La filiera della carta in Italia rappresenta un settore industriale che vale 22 miliardi, con 153 siti produttivi ed oltre 19.000 addetti. Una industria che vale l’1,4% del Pil e con le sue esportazioni contribuisce con un saldo positivo di 3.5 miliardi di euro.
La filiera della carta ha una importanza nella riconversione ecologica per almeno tre buoni motivi. Innanzitutto è impegnato nella sostituzione della plastica negli imballaggi, in secondo luogo rappresenta un anello centrale nelle filiera della economia circolare dato che il 61% delle fibre utilizzate nella produzione della cartaria italiana è costituito dal riciclo della stessa carta. Infine è un settore tra quelli ad alto consumo energetico che utilizza ogni anno 2,5 miliardi di mc di gas naturale col quale mediante cogenerazione produce energia elettrica e vapore. Un combustibile chiave nella transizione ecologica che potrebbe essere integrato da altre fonti come il biometano
Il settore produttivo della carta ha da sempre una incidenza molto alta del costo dell’energia incidendo per il 30% dei costi complessivi e per questo l’aumento fino al 600% del prezzo del gas rappresenta un colpo molto duro alla ripresa post pandemica.
Per questo motivo l’impennata dei costi energetici e del gas che sta colpendo duramente il potere di acquisto dei nostri salari rischia anche di essere un duro colpo per la ripresa post pandemica.
Per discutere di questa situazione e delle possibili via d’uscita, la Slc del Veneto sta organizzando una tavola rotonda con esperti del settore, nelle prossime settimane.
Nicola Atalmi
Segretario Generale SLC CGIL Veneto