Lo stato di salute delle Fondazioni Lirico Sinfoniche si inserisce in un contesto normativo fortemente frammentato e di difficile interpretazione nel quale incidono gli esiti della cosiddetta “Riforma Veltroni”, che nel 1996 ha di fatto privatizzato gli Enti Lirici, e di tutte le norme che sono state introdotte successivamente.
In tal senso la Cultura, che insieme al turismo produce circa il 20% del PIL nazionale, pare soffocata da questioni di carattere prettamente finanziario che certamente hanno il loro peso, ma che non dovrebbero in alcun modo ridurre i valori artistici a questioni di mercato. Ne fanno le spese la libertà espressiva oltreché la spinta verso l’innovazione.
Più in generale le condizioni delle lavoratrici e dei lavoratori del settore paiono deteriorate sia per via della qualità delle relazioni industriali, molto spesso di basso profilo, sia per via di un CCNL di riferimento da tempo scaduto e del tutto anacronistico. A questo proposito si è prossimi all’apertura di un confronto con le Parti datoriali con l’auspicio di giungere, in tempi consoni, a un rinnovo contrattuale che accolga le molteplici rivendicazioni sindacali.
Allo stesso modo, negli anni si è dato corso a una continua precarizzazione del lavoro che ha di fatto determinato una riduzione di tutele e certezze. Questo aspetto è certamente stato complicato anche da alcune norme spesso contraddittorie che hanno prodotto una vertenzialità molto elevata in tutte le FLS.
L’approvazione delle singole dotazioni organiche di ogni Fondazione, come previsto dalla legislazione di riferimento, dovrà in tal senso avere come obiettivo la riduzione del lavoro precario, l’abbattimento dell’eccessiva vertenzialità e la conseguente stabilizzazione di molte lavoratrici e lavoratori a tempo determinato, che potranno partecipare alle procedure selettive riservate al personale interno.
La SLC-CGIL Veneto continuerà a battersi per garantire migliori condizioni di lavoro, per ridurre il precariato, per aumentare le tutele e per ribadire che il progresso di un paese passa obbligatoriamente attraverso la libera espressione culturale e artistica.