POSTE ITALIANE FATICA A TROVARE PORTALETTERE ANCHE IN VENETO. PRECARIETÀ E BASSI SALARI SONO LE CAUSE PRINCIPALI. IL PRESIDENTE DELLA REGIONE STA A GUARDARE?
Presentata il 28 febbraio 2022 dai consiglieri Montanariello e Camani
Premesso che:
lo scrivente consigliere ha da tempo denunciato, anche attraverso apposito atto ispettivo depositato il 23 marzo 2021, la situazione ormai insostenibile di molti uffici postali della nostra regione, dove la carenza di organico e il mancato turn over del settore stanno creando enormi disagi all’utenza e ai lavoratori;
in questi giorni la stampa sta dando conto delle difficoltà che Poste Italiane incontra
di personale a tempo determinato per svolgere l’attività di portalettere nelle regioni del Nord, Veneto compreso. Secondo Marco D’Auria (CGIL Veneto) tra le ragioni che concorrono a determinare questa situazione vi sono anche la precarietà lavorativa e i bassi salari: “Oggi il mondo del precariato al recapito si regge su un modello di sfruttamento fatto di straordinario non pagato (…). Gran parte dei contratti hanno una durata trimestrale e vengono rinnovati preferibilmente a chi non rivendica i propri diritti. Inoltre, i contratti vengono chiusi sistematicamente entro 360/362 giorni dal loro avvio, evitando così il completamento di un anno pieno di lavoro (il massimo consentito dal Decreto Dignità). Questo inficia anche la speranza di future stabilizzazioni e favorisce logiche clientelari di gestione dei precari. Le singole giornate di contratto in più, utili a raggiungere i 365 giorni, sono infatti garantite solo a una parte dei lavoratori. Sembra poca cosa e invece può fare la differenza per un’assunzione a tempo indeterminato, essendo quello dell’anzianità di servizio uno dei criteri decisivi per le graduatorie. (…) A tutto ciò si aggiunge una politica di bassi salari che caratterizza storicamente non solo l’azienda, ma l’intero settore. Anche questo rende poco appetibile un percorso
nel reclutamento
lavorativo in Poste Italiane”.
Tutto ciò premesso,
i sottoscritti consiglieri interrogano il presidente della Giunta regionale per sapere:
se intende recepire le istanze dei sindacati che si sono resi portavoce delle migliaia di cittadini-utenti esasperati dai disservizi, facendosi parte attiva presso Poste Italiane perché sia tutelato il diritto dei lavoratori a un’occupazione stabile e a un salario dignitoso.
